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L'IMPLANTOLOGIA

L’implantologia consente, grazie all’inserimento di impianti metallici in titanio a modo di radici, nell’osso del mascellare e della mandibola, la sostituzione di elementi dentari persi. Con l’implantologia, si realizzano protesi fisse, che danno notevole comfort al paziente, sia sul piano estetico che funzionale. Il presupposto essenziale per l’inserimento di impianti, è la presenza di osso sufficiente, sia quantitativamente che qualitativamente. Attualmente, anche nei casi di carenza ossea, l’implantologia, supportata da tecniche di incremento e rigenerazione ossea, può essere applicata con buoni risultati. Nelle situazioni estreme in cui vi siano controindicazioni ad interventi di rigenerazione, o perché il paziente non si trovi nelle condizioni fisiche o psicologiche adatte a subire stress, come può accadere in soggetti in età avanzata, l’implantologia può rendere stabili anche le protesi rimovibili. Ciò si ottiene, posizionando qualche impianto in zone dove generalmente l’osso non manca come quelle centrali della mandibola e del mascellare, su cui si ancorerà la protesi rimovibile. L’implantologia è una pratica molto antica, le cui testimonianze, risalgono addirittura ai tempi delle antiche civiltà. Esistono infatti reperti che risalgono alla civiltà dei Maya, degli Assiri, Egiziani, Etruschi, Romani che testimoniano ciò. L’uomo da sempre, ha tentato di sostituire i denti mancanti, prelevandoli da cadaveri, da animali o sostituendoli con materiale alloplastico (non biologico) come schegge di pietra lavorata, avorio, rame, ferro, oro ecc. Il successo dell’ implantologia, è cominciato negli ultimi 30 anni, grazie all’impiego del titanio quale componente esclusivo degli impianti. Il titanio infatti, è un metallo inerte, non soggetto al fenomeno della corrosione, molto ben tollerato una volta a contatto con i tessuti del nostro organismo. Qualche decennio fa, nonostante il successo sempre in risalita dell’implantologia, non mancavano critiche alla sua pratica, come metodica costosa deputata all’insuccesso nella maggioranza dei casi. Questa mentalità, oggi sembra in netta diminuzione, fatte salve alcune sacche di resistenze che purtroppo si ritrovano anche in seno alla nostra categoria. Chiaramente si tratta di persone non aggiornate, che non “potendo” praticare l’implantologia, fanno del terrorismo psicologico per portare il paziente su soluzioni a loro più comode. Per fare l’implantologia, c’è bisogno di una buona conoscenza anatomo-chirurgica e funzionale dei distretti ossei maxillo mandibolari ed una buona manualità che un normale operatore con esperienza dovrebbe avere. I pericoli maggiori che possono derivare, sono lesioni a carico delle strutture nervose, soprattutto del nervo alveolare inferiore e la penetrazione degli impianti nel seno mascellare che possono causare fastidiose sinusiti. Le controindicazioni all’implantologia sono poche e si limitano a: pazienti a sviluppo corporeo non ultimato, di solito al di sotto dei 17-18anni, ai diabetici scompensati, agli immunodepressi (per es. AIDS), ai pazienti radiotrattati per patologia tumorale del distretto testa collo, epatopatici scompensati, uremici, pazienti in condizioni igieniche del cavo orale scadenti. Anche l’abitudine esagerata al fumo rappresenta una controindicazione, ma non assoluta: basta che il paziente per circa 40-50 giorni a partire dal momento in cui si posizionano gli impianti, sospenda o riduca enormemente il fumo. Attualmente, secondo le statistiche internazionali e l’esperienza personale, l’implantologia è considerata una metodica altamente affidabile, con percentuali di successo che raggiungono anche il 100% oltre i 10 anni dall’applicazione degli impianti. E’ fondamentale, per la riuscita, l’osservanza di un protocollo chirurgico protesico impeccabile.

Ecco alcuni casi riguardanti l'Implantologia

1° caso 2° caso
3° caso 4° caso

 

 

 

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